La città di Ripatransone
Ripatransone, città di origine medievale a 494,40 metri sul livello del mare, è uno dei centri di maggior interesse artistico e culturale del Piceno.
La località collinare, abitata sin dalla preistoria, ospitò importanti insediamenti piceni e romani, di cui restano significative testimonianze nel locale Museo Archeologico. Durante le invasioni barbariche fu sicuro rifugio degli abitanti di Cupra in quanto, all’epoca, sito quasi inaccessibile. Nel 1086 il vescovo di Fermo unì insieme i 4 castelli di Agello, Monte Antico, Capodimonte e Roflano (ancora oggi i 4 quartieri della città), ma l’autonomia del Comune ebbe giuridicamente origine soltanto nel 1205. Per la sua strategica posizione sulla più alta collina della zona venne chiamata Propugnaculum Piceni e fu protagonista di travagliate vicende, testimoniate ancora oggi da una cinta muraria in gran parte intatta, da cui si gode uno splendido panorama che spazia a 360 gradi dall’Adriatico al Gran Sasso, dal monte Conero al Gargano, tanto da essere chiamata “Belvedere del Piceno”.
Nel 1571, per l’importanza raggiunta, fu elevata da Papa Pio V a sede vescovile. Furono eretti quindi la Cattedrale, con l’Oratorio della Madonna di Loreto, e il palazzo vescovile e nacquero in città numerose e importanti istituzioni religiose e filantropiche. Nei secoli successivi fu intensa anche la vita culturale.
Ripatransone vanta infatti numerosi cittadini illustri come il teologo-filosofo francescano Giovanni da Ripatransone (sec. XIV), il pittore e primo biografo di Michelangelo Ascanio Condivi (1525-1574), il poeta Luigi Mercantini (1821-1872), autore de La Spigolatrice di Sapri e dell’Inno di Garibaldi, il maestro Emidio Consorti (1841-1913), rinnovatore della pedagogia italiana, il glottologo Aldo Gabrielli (1898-1978) e il basso Luciano Neroni (1909-1951) famoso a livello internazionale.
Data importante per la storia della città fu il 1682, quando il 10 maggio, su sollecitazione della Confraternita di S. Giovanni, vi fu l’incoronazione da parte del Capitolo di S. Pietro della miracolosa immagine della Madonna di Loreto. Ancora oggi ogni anno, la prima domenica dopo Pasqua, si ricorda tale avvenimento con uno degli spettacoli pirotecnici più originali d’Italia: il Cavallo di Fuoco.
Nel 1860, anno dell’unità d’Italia, Ripatransone fu la prima città della provincia a staccarsi dalla dominazione pontificia. Numerosi ricordi di quel periodo storico sono presenti nel Museo del Risorgimento collocato, come la Pinacoteca civica e la gipsoteca “Uno Gera”, nel seicentesco palazzo Bonomi-Gera.
Oltre alla Pinacoteca civica e al Museo Archeologico sopra citati, si possono visitare: il Museo di Arte Sacra, il Museo della Civiltà Contadina ed Artigiana, l’ottocentesco Teatro “Luigi Mercantini”, il Cortile delle Fonti, numerose antiche chiese, la cripta di S. Giovanni che ospita il “Giudizio Universale”, bassorilievo dello scultore Sergio Tapia Radic, il Museo della Barbie, il vicolo più stretto d’Italia.
Ripatransone si fregia dei titoli di: Città del vino, Città dell’olio, Bandiera Arancione, Bandiera Verde dell’agricoltura, Città del Sollievo.
La Rocchetta di Ripatransone
La Casa Vacanze “La Rocchetta” prende il nome dalla “Madonna della Rocchetta” che i primi di settembre di ogni anno si festeggia nel quartiere di Monte Antico, in concomitanza con la ricorrenza della Natività di Maria.
Il termine “Rocchetta”, riferito a Maria, può significare nello stesso tempo rupe o dirupo, elemento caratterizzante il territorio di Ripatransone, oppure rocca o fortezza, Madre che difende dalle avversità.
La devozione alla Vergine, vivissima in tutta la città, si manifesta soprattutto attorno a due immagini custodite nella chiesa di S. Maria della Valle: quella della “Madonna di Lourdes” e quella della “Madonna delle Grazie”, in cui si identifica appunto la “Madonna della Rocchetta”.